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Il direttivo della pro loco antico borgo Villanuova di Canelli oltre a dare il benvenuto su questo blog,ricorda che e' aperto il tesseramento 2011.







mercoledì 28 aprile 2010

Festa di primavera


Sabato 8 maggio la pro loco antico borgo Villanuova di Canelli sara' presente in piazza ,alla festa di primavera, organizzata in collaborazione con i commercianti di via Giovanni XXIII,via Filipetti.

lunedì 26 aprile 2010

COSTITUZIONE PRO LOCO


Canelli. Riportiamo la bella notizia pubblicata su L’Ancora del 28 febbraio scorso: «Mercoledì 17 febbraio, in un’affollata assemblea alla “Sala delle Stelle” di via Roma, si è costituita l’associazione “Antico Borgo Villanuova di Canelli”. Presidente è stato eletto Franco “Denny” Campopiano, voce storica di Radio Canelli che sarà coadiuvato da Giovanni Vassallo, in qualità di vicepresidente, Eleonora Aimasso, segretario e Sandra Belletti tesoriere.Scopo sociale è la promozione operativa delle ricchezze e delle bellezze locali partendo dalla storia cittadina imperniata sul primo nucleo abitativo canellese, il borgo di Villanuova. Tra i punti fondanti il coinvolgimento delle 55 associazioni di volontariato operanti a Canelli, dei commercianti, dei borghi e dei singoli cittadini per far riemergere la vocazione turistica cittadina.Allo scopo, già giovedì 25 febbraio, i soci si troveranno nel ‘Salone delle stelle’ di via Roma, a Canelli, per definire programmi, statuto e pratiche burocratiche. Intanto il noto grafico Giancarlo Ferraris si è assunto il compito di realizzare il logo dell’associazione, mentre pare certo che la sede avrà luogo presso l’ex chiesa di San Rocco, in borgo Villanuova».In merito, per un aggiornamento, abbiamo sentito sia il presidente Franco Campopiano, carico di tante belle esperienze, che il vice Giovanni Vassallo, giornalista, già candidato sindaco ed assessore. Il logo con l’ex chiesa di San Rocco (sarà la sede dell’associazione) presentato dal grafico Giancarlo Ferraris è stato approvato dall’assemblea dell’8 marzo. Il consiglio è formato da 14 validi volontari: Giacomo Visconti, Francesco Milione, Alessandro Arione, Mario Teofilo, Patrizia Greco, Graziella Culetto, Cesare Terzano, Piero Bottero, Giancarlo Ferraris, Piero terzano, Giorgio Colosso, Claudio Morra, Gregorio Panzanella;il collegio dei revisori dei conti è formato da Giovanna Maggiora, Giuseppe Berca e Giacomo Visconti.Gli amministratori ed il consiglio resteranno in carica fino al 31 dicembre 2010.Inoltre l’assemblea dell’8 marzo ha confermato il taglio dell’associazione che consiste “nel fare non solo delle cose, ma parecchie iniziative a sfondo culturale” e nell’essere punto di riferimento soprattutto per i giovani. “Abbiamo già pronte quattro o cinque belle iniziative - aggiunge il presidente - che saranno sottoposte all’assemblea di mercoledì 17 marzo. In particolare puntiamo ad alcune belle iniziative per l’estate

Canelli castello Gancia


CASTELLO GANCIA
Tra il X e l’ XI sec. esisteva una vasta rete commerciale facente capo ad Asti.Per la difesa di una di queste rotte commerciali (forse per volere di Ottone III°) sorse, presumibilmente agli inizi dell’XI sec. un Castrum a Canelli con il compito di salvaguardare le strade che, risalendo la Valle Belbo, conducevano ai porti di Savona e Vado.Il castello venne edificato sulla sommità del colle detto poi di “Villanuova”, dominante l’antica corte ottoniana. Il grande Castrum, verso la fine del XIII° sec., subì profonde trasformazioni: decaddero gli edifici nobiliari che lo caratterizzavano dovuto anche all’estinzione o emigrazione delle famiglie nobili dal Consortile di Canelli.Verso il 1330, il Castrum fu trasformato in “Villaforte” detta poi “Villanuova” perché da poco tempo l’elemento popolano aveva occupato gli spazi lasciati liberi dai nobili.Dell’antico complesso rimase, fino al XII° sec., il “palatium veterum” con torre sede del castellano e delle guarnigioni. Le mura del Castrum possedevano due porte: quella di Mezzo, interrata alla fine del XVII° sec. per costruire il sagrato della nuova chiesa di S. Leonardo, e la porta dell’Anitra, sotto il castello verso la vallata opposta. Gli Asinari acquistarono il feudo di Canelli nel 1335 senza modificare il Castello ma i loro successori, gli Scarampi, vi apportarono importanti migliorie ed ammodernamenti tra il XV ed il XVI° sec. di cui rimangono frammenti scultorei ed architettonici.Il Castello con le fortificazioni, fu in gran parte smantellato nel 1617 per opera degli spagnoli durante la guerra di successione del Monferrato distruggendo ciò che era vanto ed ammirazione dei visitatori.L’opera di ricostruzione iniziò nel 1626 ripristinando le fortificazioni; il Castello fu riedificato a partire del 1676 per opera degli ultimi marchesi Scarampi Crivelli, anche se in forme ridotte e con carattere di un palazzotto.Gli interni pare fossero progettati da Amedeo di Castellamonte, architetto ducale. Nel 1706, estinta la famiglia Scarampi-Crivelli, il complesso venne infeudato ai conti Galleani. Nel 1803 fu acquistato dagli Alfieri di Asti, ben inseriti nell’establishment napoleonico.Le signorie feudali furono abolite dalla Francia rivoluzionaria (1810) ed il Castello fu acquistato dal conte Bellini come privato cittadino, passò poi ai Parone e quindi a Gaspare Sardi e poi ancora all’avv. Vincenzo Bertolini, senatore del Regno i cui eredi lo cedettero al Grande Ufficiale Camillo Gancia che affidò all’arch. Arturo Midana (1929-1930) il restauro e la ristrutturazione dell’edificio. Gli intenti del Midana furono quelli di conferire al Castello lo stile di fine ‘600 anche per gli interni, dove un’attenta ricerca d’epoca diede ai locali un’armoniosa varietà di arredi. Le decorazioni del pittore canellese Giovanni Olindo, ed i numerosi stucchi policromi, richiamano la corrente barocca. Esternamente furono aggiunte due ali rendendo più imponente l’edificio. Lesene angolari e mediane rompono la compattezza della costruzione, più semplici sono le fiancate ed i corpi sporgenti.Le finestre del piano rialzato e quelle del primo piano sono sobriamente fregiate. Sopra il portale, al quale si accede per mezzo di due scale laterali, vi è una balconata la cui porta-finestra campeggia con maggior larghezza di motivi ornamentali. Tra le due rampe di scale, un’apertura porta alla piccola cappella.Significativa fu anche la sistemazione delle aree circostanti; la creazione del giardino all’italiana riporta il Castello agli splendori del ‘600; la portineria ricavata dal terreno scosceso verso la strada ed armoniosamente collegata ad una piccola Cappella preesistente. Al lato opposto, un vecchio fabbricato, fu adattato dal Midana ad uso autorimessa.Il Castello, così restaurato, domina tuttora l'abitato dall'alto del colle ed è punto di riferimento panoramico e simbolo di Canelli. Interessante: ambientanzione; interni; grandioso ed elegante atrio con ritmi spaziali che rammentano lo Juvarra.

domenica 25 aprile 2010

il borgo villanuova




COSA VEDERE

Partendo da via al Castello, sotto le mura del maniero Gancia,


scendendo verso piazzale San Leonardo si incontra l’ex casa del Dazio, recante sui frontespizi gli stemmi della città e di Casa Savoia.

Poco oltre si dirama, sulla destra, Costa belvedere. Lo stretto camminamento, racchiuso tra un pugno di case, è uno dei luoghi più suggestivi e panoramici di Villanuova. Da qui, oltre a dominare la città bassa, lo sguardo spazia sulle prime roccaforti della Langa Astigiana, Cassinasco, Rocchetta Palafea, Moncucco e Calamandrana Alta.
Il salotto del borgo è piazzale San Leonardo, delimitato dall’ex chiesa di San Rocco, uno dei più fulgidi esempi del barocco piemontese la cui costruzione sul sito attuale risale al 1727 destinata ad ospitare il “lapidarium”, e dall’omonima parrocchiale la cui origine risale al 1070 quando San Guido, vescovo di Acqui, autorizzò Gandolfo e Oggero, signori di Canelli, ad edificare una chiesa incorporata nel castello.


A desta di San Rocco si apre la “Sternia”, caratteristico acciottolato in pietra del Belbo che conduce sino al borgo “nuovo” ed a piazza San Tommaso.

Casa Fantozzi, con il suo tenue colore tipico del Monferrato e gli affreschi di austera bellezza, «el Pissocc» antica strada di accesso carrabile al recinto di Villanuova, il “forte”, resti di antiche mura a difesa della città, “j Piagg” dove si pagavano i pedaggi, case settecentesche, piccole vigne incastonate sul tufo ne incorniciano il percorso